giovedì 15 aprile 2010

Alternativa, Itinerante, Moderna

Riporto di seguito il mio intervento presso la Camera del Lavoro durante l’attivo degli iscritti del Partito Metropolitano di Giovedì 15 Aprile. Un intervento nato grazie ad una grande intesa con il coordinatore cittadino dei Giovani Democratici, Antonio Rinaldi.

Passate le regionali. Ora pensiamo alle Comunali del 2011. Lo facciamo riscoprendo una parola ormai abbandonata dalle giunte di questa città: lungimiranza. Una lungimiranza che ci porta a pensare a Milano 2011 con gli occhi rivolti alla Milano del 2016. Alla Milano del dopo Expo. Alla Milano con strutture inutilizzate e fatiscenti e con grandi spazi aperti a rischio criminalità.

Lo facciamo pensando anche alla più grande differenza tra noi e il centrodestra. La stessa differenza che c’è tra luoghi e spazi. Il centrodestra, specialmente negli ultimi anni di amministrazione Moratti, è stato solo in grado di compartimentare, di chiudere, di transennare. Oggi il MOOM, domani le Colonne di San Lorenzo, un altro giorno ancora i Kebab. Di creare Luoghi insomma. Noi abbiamo in mente una città completamente diversa. Una città aperta, con grandi quartieri in comunicazione tra loro, con una rete wifi libera, come nel wifimi di Baruffi, un sistema di parchi in grado di unirsi e nuovamente contaminarsi. Noi vogliamo creare Spazi e di questo abbiamo bisogno: fare rete e farci contaminare.

Lo dico perché noi giovani dobbiamo essere i primi a suggerire al Partito nuove modalità di azione e lo facciamo attraverso tre concetti: itinerante, alternativa e moderna. Itinerante perché come giovani abbiamo creato questa modalità di vivere i nostri quartieri, conoscendone la storia e ripercorrendo le tappe attraverso le lapidi dei partigiani caduti nella guerra di liberazione. Vivere i quartieri vuol dire anche saper ascoltare i propri territori ecco perché abbiamo bisogno di una classe politica nuova. Riconosciuta dal quartiere, che sappia partire dai quartieri e dare voce ai problemi dei quartieri. Un’alternativa che passa anche dalla riscoperta di parole dimenticate troppo spesso dal nostro partito, parole quali etica, diritti, conflitti o anche di situazioni quale quella delle carceri. Infine dobbiamo immaginare un Partito moderno non innovativo, perché un SUV è innovativo, ma è la bicicletta ad essere moderna.

Dobbiamo insomma ripartire dalle radici, dai percorsi alla memoria, dalla costruzione di un’alternativa, itinerante e moderna per vincere la sfida del 2011.

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