giovedì 15 settembre 2011

Laico, non agnostico

In occasione della conclusione del percorso apostolico del Cardinal Dionigi Tettamanzi quale arcivescovo della nostra città, vorrei poter esprimere una considerazione. Nei suoi nove anni di missione, egli ha saputo leggere con lucidità la bussola di una Milano sociale e globale, frammentata e in mutamento.

Sobrietà come motore dello sviluppo e della solidarietà, questo il fulcro del suo pensiero per la “città dal terreno buono” come l’aveva definita. In diverse occasioni si è rivolto agli amministratori locali invitandoli ad essere seminatori fiduciosi, lungimiranti, pazienti e benevoli nel loro operato. Nell’ultimo discorso alla città, in occasione della vigilia di Sant’Ambrogio aveva richiamato i cittadini ad una corresponsabilità nel Governo della città.

2012, Settimo incontro mondiale delle famiglie; 2013, i 1700 anni dall’editto di Costantino che sancì la libertà di culto; 2015 l’anno dell’Esposizione internazionale. Utilizzando queste tappe ha saputo esprimere le principali riflessioni a cui è chiamata la nostra città: famiglia come pilastro della formazione e dell'inclusione sociale, libertà di culto per una Milano più matura e civile, crescita equilibrata e sostenibile per la salvaguardia dell’ambiente e della qualità della vita. Non dimenticheremo la sua volontà a fare della nostra città un luogo coeso, solidale, comunicativo, aperto a tutti, dove il terreno è liberato dalle aridità, dai sassi e dai rovi che ne soffocano la fertilità e dove poter realizzare i progetti di vita.

Una riflessione per tutte le forze politiche che intendono partecipare al governo di questa città. Laico ma non agnostico, dice Bersani. Anche la laicità è un processo da coltivare nella crisi epocale che caratterizza la nostra storia. Norberto Bobbio, maestro di democrazia ha suggerito l'icona di un'Italia abitata da "Diversamente credenti". Perché la laicità è diversità, ma per il democratico le differenze devono dialogare perché la società multietnica non è una parentesi ma un destino, come aveva parlato il cardinal Angelo Scola.

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